Accogliere i lavori di pubblica utilità

Una guida per le organizzazioni

LPU: Lavori di Pubblica Utilità

Cos’è? Un’attività non retribuita a favore della collettività svolta presso enti pubblici o organizzazioni di volontariato. È una sanzione alternativa alla reclusione o pena pecuniaria per reati non particolarmente gravi come violazioni del Codice della Strada o piccoli reati.

Iter:

  1. Richiesta di conversione della pena da parte dell’imputato e/o del suo difensore.
  2. Contatto iniziale tra ente e imputato per valutare disponibilità e idoneità.
  3. Dichiarazione di disponibilità sottoscritta da ente e imputato.
  4. Approvazione del Giudice e inizio attività sotto il controllo di UEPE o organi competenti.

Responsabilità dell’ente:

  • Monitorare l’attività e compilare il registro presenze.
  • Segnalare eventuali criticità al Giudice o all’UEPE.
  • Garantire la sicurezza sul lavoro e il rispetto delle normative.

Copertura assicurativa: L’ente deve attivare

  • Assicurazione INAIL per infortuni e malattie professionali;
  • Assicurazione per responsabilità civile verso terzi.

LPU Sostitutivi

La Riforma Cartabia ha ampliato l’applicazione dei Lavori di Pubblica Utilità come sanzione sostitutiva per reati con pene detentive fino a 3 anni. Questi percorsi si distinguono dagli LPU tradizionali per il livello di responsabilità richiesto agli enti accoglienti e per il rigoroso rispetto di norme e procedure.

Gli LPU sostitutivi richiedono:

  • Monitoraggio accurato: Gli enti devono mantenere aggiornato un registro delle presenze, segnalando tempestivamente assenze, ritardi o modifiche al programma, anche in caso di forza maggiore.
  • Rispetto delle indicazioni: Il condannato deve attenersi scrupolosamente a orari, sedi di lavoro e attività stabilite dal Giudice.
  • Controlli frequenti: Le autorità competenti possono effettuare verifiche regolari per garantire il rispetto del programma.

Questa misura rappresenta una modalità innovativa di sanzione penale, volta a ridurre il ricorso al carcere e a favorire la riabilitazione sociale.

MAP: Messa alla Prova

Cos’è? Un programma alternativo che sospende il processo giudiziario e prevede, insieme ad altri obblighi e prescrizioni, la realizzazione di LPU. È rivolto a imputati per reati con pena massima fino a 4 anni.

Iter:

  1. L’imputato o il suo legale contatta un ente per ottenere disponibilità.
  2. Il Giudice approva il programma elaborato dall’UEPE.
  3. L’ente e il funzionario UEPE monitorano l’andamento.

Durata: Da 3 a 24 mesi, in base al tipo di reato.

Responsabilità dell’ente:

  • Collaborare con l’UEPE per il monitoraggio.
  • Segnalare eventuali problemi o assenze ripetute.
  • Fornire una relazione finale sull’attività svolta.

Benefici: La MAP riduce il rischio di recidiva, permette l’estinzione del reato e promuove una riparazione tangibile del danno alla collettività.

Perché diventare un ente accogliente?

Accogliere cittadini in LPU o MAP offre l’opportunità di:

  • Contribuire attivamente alla Giustizia di Comunità;
  • Rafforzare il legame con il territorio e la comunità locale;
  • Ricevere supporto istituzionale per lo svolgimento delle attività;
  • Partecipare a un percorso educativo e riparativo significativo.

Come diventare un ente accogliente?

  1. Sottoscrivere una convenzione con il Tribunale o il Ministero della Giustizia.
  2. Definire le attività e le postazioni disponibili.
  3. Adeguarsi alle normative vigenti sulla sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/2008) e sulla protezione dei dati (GDPR).

Suggerimenti pratici:

  • Specificare nella convenzione il numero massimo di postazioni disponibili e i criteri di selezione dei candidati.
  • Designare un referente interno per il monitoraggio dei percorsi.

Progetto TAG

Il progetto TAG promuove la Giustizia di Comunità, un modello che punta alla responsabilizzazione e alla riparazione, coinvolgendo gli enti locali e le organizzazioni del Terzo Settore nell’accoglienza di cittadini sottoposti a Lavori di Pubblica Utilità (LPU) o alla Messa alla Prova (MAP). Questi percorsi favoriscono:

  • Il reintegro sociale dell’autore del reato;
  • La riduzione della recidiva;
  • Il sostegno alla comunità attraverso attività utili e di riparazione.
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