“In galera l’isolamento sanitario ha poco di sanitario e molto di isolamento: una cella da dove non si può uscire se non per l’ora d’aria”
Cosa è successo nel 2020 nelle carceri italiane?
Un interessantissimo articolo de l’Internazionale racconta nel dettaglio il 2020 nelle carceri italiane.
Una cronistoria della pandemia che lascia una grande domanda:
“In questi mesi il covid-19 ha scalfito l’idea che non ci siano alternative alle celle che con grande spensieratezza la lingua del ministero della giustizia chiama ‘camere’?”
Vi riportiamo alcuni estratti dell’articolo scritto dal giornalista Giuseppe Rizzo
Gennaio
Sono 61mila le persone dietro le sbarre, anche se i posti disponibili sono circa 47mila
Febbraio
A metà mese si registrano i primi focolai di covid-19, le celle si chiudono: niente più visite dei volontari o dei familiari
Marzo
Proteste e rivolte esplodono in 49 istituti, muoiono 14 persone
Aprile
Il decreto cura Italia consente la scarcerazione di alcune persone detenute, intanto 57 agenti di polizia penitenziaria vengono indagati in seguito alle proteste del carcere di Santa Maria Capua Vetere
Maggio
L'Italia riapre, le carceri restano chiuse a famiglie e volontari
Giugno
Un detenuto in isolamento sanitario si toglie la vita
Luglio
A Poggioreale ci sono 14 detenuti in una stanza con una sola finestra. In 24 istituti italiani il sovraffollamento supera il 140 per cento
Agosto
Nei penitenziari di Sulmona, Augusta e Santa Maria Capua Vetere manca spesso l’acqua. Quando c’è, esce dai rubinetti gialla.
Settembre
In carcere lo fanno 48 detenuti su circa mille che ne hanno diritto. Nel 2018 erano stati 120.
Ottobre
Il 37 per cento degli italiani vorrebbe che nel paese fosse reintrodotta la pena di morte per i reati gravi. Nel 2017 erano il 35 per cento, nel 2015 il 25 per cento.
Novembre
Il tasso di sovraffollamento incide sull'aumento esponenziale dei contagi. Tremila persone detenute potrebbero chiedere i domiciliari, ma 1.100 non hanno neanche una casa.
Dicembre
n Italia sono ancora chiuse in galera circa 53mila persone, i posti disponibili sono ancora 47mila. Restano in cella, con le madri, 34 bambine e bambini. Cinquantacinque detenuti si sono uccisi, di molti non si conoscono i nomi, di tutti ci si dimenticherà presto.
Leggi l’articolo completo qui